Edoardo Gabbriellini, il suo Lindsay Kemp in anteprima mondiale all’Asolo Art Film Festival 2019
Livorno è l’energia che lega il primo incontro di Edoardo Gabbriellini con il grande Lindsay Kemp, attore, mimo, coreografo e tra gli innumerevoli meriti, maestro e mentore del primo David Bowie, grande ispiratore per il mondo della musica, delle arti performative e del cinema, basta pensare allo scambio creativo con un regista come Derek Jarman. La presenza di Kemp in terra labronica arriva dopo l’allestimento di Flowers al Goldoni. Il mare e il porto gli ricordano la nativa Lewis e Harris, ma è la gente del posto da cui riceve sincera ammirazione e affetto a convincerlo a fare una scelta stanziale. Vivrà in un appartamento pieno di oggetti raccolti in tutto il mondo, nel luogo dove era stato costruito il vecchio Teatro Politeama, una relazione tra passato e presente che può essere raccontata come una storia di fantasmi che si incontrano da diverse latitudini. Edoardo Gabbriellini, attore, regista e sceneggiatore livornese rintraccia il primo stimolo per incontrare Kemp a partire dall’amore comune per la città dove è nato, quasi a cancellare quel confine negativo, frutto delle peggiori fantasie culturali, che dovrebbe separare i figli adottivi da quelli naturali. Ne nasce un film che Gabbriellini preferisce collocare nella cornice del ritratto intimo, concentrato sull’ultimo anno di vita di Kemp a Livorno, dove la memoria e la storia intersecano il tentativo di mettere in scena il suo ultimo spettacolo, Nosferatu.
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