A Monica Guerritore il Premio Duse, ieri la premiazione all’Asolo Art Film Festival. L’attrice: “Agli aspiranti attori e attrici veneti raccomando di parlare italiano”

Nella cornice di un’Asolo al tramonto, brulicante di visitatori, ieri sera lo storico Teatro Duse ha accolto l’attrice e regista Monica Guerritore, per assegnarle il Premio Eleonora Duse: la cerimonia di premiazione si è svolta durante l’ultima serata dell’Asolo Art Film Festival, giunto alla sua 39esima edizione.

I criteri dell’assegnazione del riconoscimento, l’unico in Italia conferito annualmente a un’attrice di teatro per merito alla carriera, cercano anche un riflesso delle spiccate doti della Duse: nella Guerritore e nelle sue performance, la giuria del Premio ha rivisto la “coerenza” della diva nel passare dal teatro al cinema, da personaggio a personaggio, senza mai perdere l’insegnamento del suo maestro, il regista Giorgio Strehler, che nel ’74 la portò al Piccolo di Milano per la prima volta.

L’attrice, una volta sul palco, in compagnia del presidente Dino Girardi, del direttore artistico Thomas Torelli, del giornalista Alessandro Comin e dell’assessore alla cultura Gerardo Pessetto, ha parlato di forma dell’arte, considerando il sottotitolo dell’edizione del festival “Fai della tua vita un’opera d’arte”: ha raccontato, in particolare, delle prime volte che andava a teatro e di come “le ombre e i fantasmi” dei personaggi in scena si materializzassero davanti a lei prima ancora delle battute.

Le è stato chiesto, poi, se avesse fatto della sua vita un’opera d’arte: “La mia carriera non è finita. Quindi non ho ancora finito di delinearne la forma” ha risposto, dopo quasi cinquant’anni nella recitazione.

La Guerritore ha parlato anche della sua esperienza da regista: “Quando finiscono le prove, lo spettacolo viene consegnato al pubblico. A quel punto si sente un forte distacco, freddo, e tutto ciò che arriva in scena è estremamente lucido: in ambito teatrale si dice “avere il terzo occhio”.

Quello attribuito alla Guerritore non è stato l’unico premio consegnato durante la serata, il Festival ha visto la selezione di ben 620 pellicole provenienti da 68 Paesi, di cui 77 sono state selezionate dalla giuria, presieduta da Piero De Giovanni: 10 invece i vincitori, tra i quali spicca il Premio Città di Asolo, attribuito a Roberto Del Voi con il suo “Conz – the ultimate collector’s live”.

Ad aiutare l’organizzazione dell’Asolo Art Film Festival sono stati anche molti giovani volontari, coordinati da Torelli, direttore artistico per la prima volta, che ha affermato: “La storia del nostro festival è lunga, ma ogni anno evolve e si adegua. Quest’anno, nonostante le restrizioni e i posti limitati, c’è stata una buona affluenza e il format con il collegamento online ha funzionato”.

“L’obiettivo era proprio quello di rilanciare l’arte contro la cupezza del tempo: la freschezza delle idee è stata notevole, specie dall’Iran e dalla Cecenia” afferma anche il direttore esecutivo Annamaria Sartor.

In futuro, il Festival promette una presenza sempre più radicata, con la promessa condivisa con l’amministrazione di portare il teatro e il cinema internazionale ad Asolo. Agli aspiranti attori e attrici, Monica Guerritore rivolge un consiglio importante: “Oltre allo studio, l’importante è parlare in italiano, e lo dico perché siamo in Veneto, perché dobbiamo usare un linguaggio comprensibile da tutti. Va bene parlare dialetto, anche io parlo il calabrese, ma gli attori per andare nei teatri di tutt’Italia devono parlare italiano”.

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