Italia 2023

Autore: Nicoletta Nesler, Marilisa Piga

Tempo: 00:37:36

“Non il gesto ma il segno di un gesto”. Queste parole racchiudono in una frase il ritratto dell’artista italiano Guido Strazza, nato nel 1922. Sono lontani i tempi del suo legame con il Futurismo e Marinetti, scomparso in concomitanza con la fine della Seconda guerra mondiale. Attuali sono i segni e i gesti lasciati liberi dalle mani di Strazza nei decenni successivi e fino a oggi. Tela, carta, vetro scelti per ciascuna delle sue ricostruzioni dinamiche dell’universo attraverso opere esposte in tutto il mondo. Tanti gesti del polso quanti sono i segni, che offrono uno sfogo di invenzione. Nel film documentario Guido Strazza, girato dagli autori dall’inizio degli anni 2000 a oggi, parla in prima persona. C’è anche un piccolo coro composto da tre donne a lui care: Ille Strazza, moglie di Guido, l’artista Maria Lai, e Giuliana Lai, artista anche lei.

“Not the gesture but the sign of a gesture”. These words encapsulate in one sentence the portrait of Italian artist Guido Strazza, born in 1922. Long gone are the days of his connection with Futurism and Marinetti, who died in synch with the ending of the Second World War. Current are the marks and gestures let loose by Strazza’s hands in the following decades and up to the present. Canvas, paper, glass chosen for each of his dynamic reconstructions of the universe through works exhibited worldwide. As many wrist gestures as many signs, offering an outpouring of invention. In the documentary film Guido Strazza, filmed by the authors from the early 2000s to the present, he speaks in the first person. There is also a small chorus composed of three women who are special to him: Ille Strazza, Guido’s wife, artist Maria Lai, and Giuliana Lai, an artist too.